In questa guida spieghiamo quali sono i costi dell’usucapione
L’usucapione è un istituto, disciplinato dall’art.1158 e ss. del Codice Civile, che configura una delle ipotesi di acquisizione del diritto di proprietà a titolo originario. Esso non presuppone la collaborazione del precedente titolare, ma richiede che un bene mobile o immobile sia stato posseduto per un periodo ininterrotto, senza violenza e clandestinità e in buona fede. L’ultimo requisito, tuttavia, risulta necessario per l’usucapione abbreviata, non per quella ordinaria, che si può reclamare trascorso il periodo previsto dal legislatore, anche se il bene è stato inizialmente posseduto con la consapevolezza di ledere un diritto altrui.
Il semplice possesso non configura un presupposto per reclamare il diritto. Risulta essere necessario anche che il possessore mostri la volontà di possedere il bene come se ne fosse il proprietario, che si esercitino i poteri corrispondenti a quelli della proprietà e che il soggetto appaia come se fosse il proprietario della cosa.
Vediamo quali spese bisogna sostenere per usucapire un bene.
Per iniziare, è necessario sapere che il contributo unificato, la tassa di avvio del giudizio, è calcolata a scaglioni in base al valore del diritto fatto valere. Si va da un contributo unificato di circa 518 euro per un immobile che vale da 26000 a 52000 euro a un contributo di circa 759 euro per un immobile che vale non meno di 50000 euro e non più di 2600000 euro. Se il valore del bene va da 250000 euro a 520000 euro, il contributo è di 1214 euro.
L’art.1475 del Codice Civile recita che Le spese per il contratto di vendita e le altre accessorie sono a carico del compratore, se non è stato pattuito diversamente.
Ora, qui non siamo davanti a una compravendita, ma a un’altra ipotesi di acquisto della proprietà. Sappiamo, per esempio, che una delle principali spese da sostenere nel caso di trasferimento della proprietà di un immobile da un soggetto a un altro è l’imposta di registro. La Tariffa allegata al D.P.R. n.131 del 1986 equipara le sentenze che accertano l’usucapione agli atti di trasferimento a titolo oneroso. In altri termini, nel caso di un bene immobile, l’usucapione comporta il pagamento dell’imposta di registro come se si stesse acquistando attraverso un contratto di compravendita, nonostante nel diritto civile restino due discipline distinte. Non meno curioso è che anche per l’usucapione sussista l’obbligo in solido di pagare l’imposta di registro. Nel caso di una compravendita, è il venditore a doverla versare, nel caso non lo abbia fatto l’acquirente, salvo avere successivamente diritto di rivalsa nei suoi confronti. Qui, l’usucapito risulta obbligato a versare l’imposta al posto dell’usucapente, se questo non lo ha fatto.
Chiaramente, tra le altre spese da considerare in caso di usucapione vi sono quelle legali, ovvero la parcella da pagare all’avvocato. Il costo non è preventivabile, visto che dipende dal valore del bene che si intende usucapire. Potrebbe variare da qualche centinaia di euro fino a diverse migliaia di euro, senza tenere conto anche di eventuali accertamenti disposti dal giudice e necessari per emettere una sentenza con cui accogliere o respingere la richiesta di usucapire il bene, nonostante per proprietà di scarso valore tendano a non essere effettuati.